New York 1927. Il torneo dei pretendenti
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Domande e risposteNel 1927 Alekhine affronta e sconfigge la leggenda cubana, José Raul Capablanca. Pochi avrebbero scommesso sul giovane russo, specie dopo lo strapotere dimostrato dal Campione del mondo pochi mesi prima, nel grande torneo di New York 1927. Tramite questo straordinario libro di torneo Alekhine fornisce però una chiave di lettura diversa di quell'avvenimento...
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Dettagli New York 1927. Il torneo dei pretendenti
Nel 1927, come è risaputo, Alekhine affronta e sconfigge a Buenos Aires la leggenda cubana, José Raul Capablanca. Pochi avrebbero scommesso sul giovane russo, specie dopo lo strapotere dimostrato dal Campione del mondo appena pochi mesi prima, nel grande torneo di New York 1927.
Eppure è lo stesso Alekhine a fornire una chiave di lettura del tutto diversa degli avvenimenti che hanno preceduto lo scontro mondiale, con quella che sarebbe divenuto il suo primo atto ufficiale da Campione del mondo: la pubblicazione di questo straordinario libro di torneo.
A New York erano stati convocati tutti i "pretendenti" al titolo mondiale, e Capablanca stesso si dichiarò disposto ad affrontare in un match il vincitore del torneo. Dopo qualche defezione (le più notevoli delle quali furono quelle di lasker e Bogoljubov), ai nastri di partenza si presentarono sei scacchisti di spessore universale: oltre ai già citati Alekhine e Capablanca si affrontavano infatti il pluricampione USA (ininterrottamente dal 1909 al 1936!) Frank Marshall, il grande Aron Nimzowitsch (autore del più fortunato libro di scacchi di tutti i tempi), il geniale austriaco Rudolf Spielmann e l'unico vero "dilettante" del lotto, quel Milan Vidmar che tanti successi avrebbe colto anche al di fuori degli scacchi (fu tra l'altro membro dell'Accademia Slovena delle Arti e delle Scienze, nonché fondatore della Facoltà di Ingegneria Elettrica dell'Università di Ljubljana).
Alekhine commenta una per una le 60 partite del torneo e disseziona con uno spirito critico davvero sorprendente il gioco di tutti i partecipanti. Ma naturalmente ad essere sotto la lente di ingradimento è ogni singolo atteggiamento del Campione del mondo. Non c'è da meravigliarsi che dopo una studio così attento Alekhine non ebbe troppa difficoltà a superare il suoa vversario diretto e a diventare il IV Campione del mondo di scacchi.
Quanto alla "sorpresa" di Buenos Aires, è lo stesso Alekhine, nella lunga prefazinoe introduttiva, a spiegare in che modo il mito dell'invincibilità di Capablanca si basasse su falsi assunti e - soprattutto - su un timor ingiustiificato…
A New York erano stati convocati tutti i "pretendenti" al titolo mondiale, e Capablanca stesso si dichiarò disposto ad affrontare in un match il vincitore del torneo. Dopo qualche defezione (le più notevoli delle quali furono quelle di lasker e Bogoljubov), ai nastri di partenza si presentarono sei scacchisti di spessore universale: oltre ai già citati Alekhine e Capablanca si affrontavano infatti il pluricampione USA (ininterrottamente dal 1909 al 1936!) Frank Marshall, il grande Aron Nimzowitsch (autore del più fortunato libro di scacchi di tutti i tempi), il geniale austriaco Rudolf Spielmann e l'unico vero "dilettante" del lotto, quel Milan Vidmar che tanti successi avrebbe colto anche al di fuori degli scacchi (fu tra l'altro membro dell'Accademia Slovena delle Arti e delle Scienze, nonché fondatore della Facoltà di Ingegneria Elettrica dell'Università di Ljubljana).
Alekhine commenta una per una le 60 partite del torneo e disseziona con uno spirito critico davvero sorprendente il gioco di tutti i partecipanti. Ma naturalmente ad essere sotto la lente di ingradimento è ogni singolo atteggiamento del Campione del mondo. Non c'è da meravigliarsi che dopo una studio così attento Alekhine non ebbe troppa difficoltà a superare il suoa vversario diretto e a diventare il IV Campione del mondo di scacchi.
Quanto alla "sorpresa" di Buenos Aires, è lo stesso Alekhine, nella lunga prefazinoe introduttiva, a spiegare in che modo il mito dell'invincibilità di Capablanca si basasse su falsi assunti e - soprattutto - su un timor ingiustiificato…
New York 1927. Il torneo dei pretendenti
Nel 1927, come è risaputo, Alekhine affronta e sconfigge a Buenos Aires la leggenda cubana, José Raul Capablanca. Pochi avrebbero scommesso sul giovane russo, specie dopo lo strapotere dimostrato dal Campione del mondo appena pochi mesi prima, nel grande torneo di New York 1927.
Eppure è lo stesso Alekhine a fornire una chiave di lettura del tutto diversa degli avvenimenti che hanno preceduto lo scontro mondiale, con quella che sarebbe divenuto il suo primo atto ufficiale da Campione del mondo: la pubblicazione di questo straordinario libro di torneo.
A New York erano stati convocati tutti i "pretendenti" al titolo mondiale, e Capablanca stesso si dichiarò disposto ad affrontare in un match il vincitore del torneo. Dopo qualche defezione (le più notevoli delle quali furono quelle di lasker e Bogoljubov), ai nastri di partenza si presentarono sei scacchisti di spessore universale: oltre ai già citati Alekhine e Capablanca si affrontavano infatti il pluricampione USA (ininterrottamente dal 1909 al 1936!) Frank Marshall, il grande Aron Nimzowitsch (autore del più fortunato libro di scacchi di tutti i tempi), il geniale austriaco Rudolf Spielmann e l'unico vero "dilettante" del lotto, quel Milan Vidmar che tanti successi avrebbe colto anche al di fuori degli scacchi (fu tra l'altro membro dell'Accademia Slovena delle Arti e delle Scienze, nonché fondatore della Facoltà di Ingegneria Elettrica dell'Università di Ljubljana).
Alekhine commenta una per una le 60 partite del torneo e disseziona con uno spirito critico davvero sorprendente il gioco di tutti i partecipanti. Ma naturalmente ad essere sotto la lente di ingradimento è ogni singolo atteggiamento del Campione del mondo. Non c'è da meravigliarsi che dopo una studio così attento Alekhine non ebbe troppa difficoltà a superare il suoa vversario diretto e a diventare il IV Campione del mondo di scacchi.
Quanto alla "sorpresa" di Buenos Aires, è lo stesso Alekhine, nella lunga prefazinoe introduttiva, a spiegare in che modo il mito dell'invincibilità di Capablanca si basasse su falsi assunti e - soprattutto - su un timor ingiustiificato…
A New York erano stati convocati tutti i "pretendenti" al titolo mondiale, e Capablanca stesso si dichiarò disposto ad affrontare in un match il vincitore del torneo. Dopo qualche defezione (le più notevoli delle quali furono quelle di lasker e Bogoljubov), ai nastri di partenza si presentarono sei scacchisti di spessore universale: oltre ai già citati Alekhine e Capablanca si affrontavano infatti il pluricampione USA (ininterrottamente dal 1909 al 1936!) Frank Marshall, il grande Aron Nimzowitsch (autore del più fortunato libro di scacchi di tutti i tempi), il geniale austriaco Rudolf Spielmann e l'unico vero "dilettante" del lotto, quel Milan Vidmar che tanti successi avrebbe colto anche al di fuori degli scacchi (fu tra l'altro membro dell'Accademia Slovena delle Arti e delle Scienze, nonché fondatore della Facoltà di Ingegneria Elettrica dell'Università di Ljubljana).
Alekhine commenta una per una le 60 partite del torneo e disseziona con uno spirito critico davvero sorprendente il gioco di tutti i partecipanti. Ma naturalmente ad essere sotto la lente di ingradimento è ogni singolo atteggiamento del Campione del mondo. Non c'è da meravigliarsi che dopo una studio così attento Alekhine non ebbe troppa difficoltà a superare il suoa vversario diretto e a diventare il IV Campione del mondo di scacchi.
Quanto alla "sorpresa" di Buenos Aires, è lo stesso Alekhine, nella lunga prefazinoe introduttiva, a spiegare in che modo il mito dell'invincibilità di Capablanca si basasse su falsi assunti e - soprattutto - su un timor ingiustiificato…
- Anno di pubblicazione:
- 2005
- Pagine:
- 168
- Formato:
- 17x24 cm
- Rilegatura:
- brossura cucita con bandella
- Dorso:
- 12 mm
- Peso:
- 397 gr
- ISBN:
- 978-88-88756-50-9
- Lingua originale:
- Tedesco
- Traduttore:
- Alex Tonus
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