

Tra i molti stimoli che offrono la vita e le opere di Gainsbourg, Marco Ongaro sa benissimo dove puntare la sua lente: sul senso di Serge per la parola. Se un treno può nasconderne un altro, come dicono le ferrovie francesi, allora un amore può nasconderne un altro, come parafraserà Gainsbourg, e un poeta può nasconderne un altro.
Pittore, musicista, poeta, istrione, dongiovanni, regista, scrittore. Serge Gainsbourg, all’anagrafe Lucien Ginsburg, era tutto questo e niente di tutto questo. Di più e di meno, come testimoniano i suoi andirivieni tra uno pseudonimo e l’altro (Lucien Grix o Gris, Gainsbarre, fino all’alter ego letterario Evguénie Sokolov) o le cinque relazioni importanti con donne non meno importanti (Elizabeth Levitsky, Béatrice Pancrazzi, Brigitte Bardot, Jane Birkin, Bambou), lui che della sua bruttezza, e di quella di Nana, aveva fatto un vanto.
In mezzo a tanti stimoli, Marco Ongaro sa benissimo dove puntare la sua lente: sul senso di Serge per la parola. Se un treno può nasconderne un altro, come dicono le ferrovie francesi, allora un amore può nasconderne un altro, come parafraserà Gainsbourg, e un poeta può nasconderne un altro. Attraverso una lettura colta e informata dell’opera soprattutto musicale di Gainsbourg, l’autore ci fa compiere un viaggio intenso nei calembour e nelle provocazioni non solo linguistiche di uno degli artisti francesi più amati di sempre.
Pittore, musicista, poeta, istrione, dongiovanni, regista, scrittore. Serge Gainsbourg, all’anagrafe Lucien Ginsburg, era tutto questo e niente di tutto questo. Di più e di meno, come testimoniano i suoi andirivieni tra uno pseudonimo e l’altro (Lucien Grix o Gris, Gainsbarre, fino all’alter ego letterario Evguénie Sokolov) o le cinque relazioni importanti con donne non meno importanti (Elizabeth Levitsky, Béatrice Pancrazzi, Brigitte Bardot, Jane Birkin, Bambou), lui che della sua bruttezza, e di quella di Nana, aveva fatto un vanto.
In mezzo a tanti stimoli, Marco Ongaro sa benissimo dove puntare la sua lente: sul senso di Serge per la parola. Se un treno può nasconderne un altro, come dicono le ferrovie francesi, allora un amore può nasconderne un altro, come parafraserà Gainsbourg, e un poeta può nasconderne un altro. Attraverso una lettura colta e informata dell’opera soprattutto musicale di Gainsbourg, l’autore ci fa compiere un viaggio intenso nei calembour e nelle provocazioni non solo linguistiche di uno degli artisti francesi più amati di sempre.