

Quattro ragazze che danno la vita per la rivolta, una delle prime transessuali italiane che sopravvive all’inferno, un ballerino di flamenco che diventa sua sorella per vendicarla, un sergente polacco che si fa arrestare apposta per entrare ad Auschwitz, un americano che salva Marc Chagall da morte certa. Cos’hanno in comune le cinque storie di questo libro? Sono storie vere, scelte dai ragazzi per i ragazzi, tra milioni di altre storie di Shoah. Perché parlano alle loro sensibilità e delle loro contemporaneità.
Quattro ragazze che danno la vita per la rivolta, una delle prime transessuali italiane che sopravvive all’inferno, un ballerino di flamenco che diventa sua sorella per vendicarla, un sergente polacco che si fa arrestare apposta per entrare ad Auschwitz, un americano che salva Marc Chagall da morte certa. Cos’hanno in comune le cinque storie di questo libro? Sono storie vere, scelte dai ragazzi per i ragazzi, tra milioni di altre storie di Shoah. Perché parlano alle loro sensibilità e delle loro contemporaneità.
«Eppure la sera i fascisti venivano a cercarci, di nascosto, me e i miei amici. Venivano ad amoreggiare il più delle volte, ma qualche volta no, facevano finta e poi, incattiviti, ci aggredivano. Una sera presero Salvo. Uno di loro l’attirò in disparte con la solita scusa e poi sbucarono fuori gli altri. Non fece in tempo a scappare.»
Quattro ragazze che danno la vita per la rivolta, una delle prime transessuali italiane che sopravvive all’inferno, un ballerino di flamenco che diventa sua sorella per vendicarla, un sergente polacco che si fa arrestare apposta per entrare ad Auschwitz, un americano che salva Marc Chagall da morte certa. Cos’hanno in comune le cinque storie di questo libro? Sono storie vere, scelte dai ragazzi per i ragazzi, tra milioni di altre storie di Shoah. Perché parlano alle loro sensibilità e delle loro contemporaneità.
«Eppure la sera i fascisti venivano a cercarci, di nascosto, me e i miei amici. Venivano ad amoreggiare il più delle volte, ma qualche volta no, facevano finta e poi, incattiviti, ci aggredivano. Una sera presero Salvo. Uno di loro l’attirò in disparte con la solita scusa e poi sbucarono fuori gli altri. Non fece in tempo a scappare.»